Atti ripetibili e irripetibili nella digital forensics

Atti ripetibili e irripetibili nella digital forensics

Quando si parla di consulenza informatica forense e digital forensics, ci si imbatte quasi sicuramente nella categoria degli atti ripetibile ed atti non ripetibili. All’interno del seguente articolo cerchiamo di fare chiarezza sulla differenza di queste due attività, comprendendo quando un atto informatico possa essere ripetibile e quando irripetibile 

Art. 359 CPP 

L’articolo 359 del codice di procedura penale (Consulenti tecnici del pubblico ministero) dispone che il pubblico ministero, quando procede ad accertamenti, rilievi segnaletici, descrittivi o fotografici e ad ogni altra operazione tecnica per cui sono necessarie specifiche competenze, può nominare e avvalersi di consulenti, che non possono rifiutare la loro opera.

La figura del consulente tecnico è di particolare importanza perché consente al pubblico ministero di colmare le lacune di competenze tecniche che inevitabilmente possono sorgere durante le indagini. In situazioni che richiedono conoscenze specifiche, come per esempio in ambito medico-legale, informatico, chimico o balistico, il contributo del consulente tecnico diventa essenziale. Questi professionisti, pur non essendo magistrati, partecipano all’indagine con un ruolo determinante, fornendo valutazioni, analisi e pareri che possono influenzare significativamente l’esito dell’intero procedimento.

La nomina del consulente tecnico avviene tramite decreto motivato del pubblico ministero, che individua il soggetto in base alla sua competenza specifica nella materia richiesta. Il consulente è tenuto a prestare il proprio contributo con diligenza e competenza, e non può rifiutare l’incarico salvo che ricorrano gravi motivi, che devono essere adeguatamente documentati e approvati dal pubblico ministero stesso.

Il rapporto tra pubblico ministero e consulente tecnico è regolato da norme precise che garantiscono l’imparzialità e l’indipendenza del consulente. Quest’ultimo, infatti, non deve avere alcun interesse personale nel procedimento e deve agire esclusivamente per finalità tecniche, fornendo un contributo oggettivo e scientifico. Le sue conclusioni devono essere fondate su dati verificabili e su metodi riconosciuti dalla comunità scientifica, al fine di garantire la massima affidabilità e precisione degli accertamenti effettuati.

Inoltre, il consulente tecnico ha l’obbligo di redigere una relazione scritta al termine del suo incarico, in cui espone dettagliatamente i metodi utilizzati e le conclusioni raggiunte. Questa relazione diventa parte integrante del fascicolo del pubblico ministero e può essere utilizzata in sede processuale come elemento di prova.

L’accertamento tecnico disciplinato dall’articolo 359 del codice di procedura penale è considerato un accertamento tecnico ripetibile perché si riferisce a quelle operazioni e rilevazioni che possono essere ripetute nel tempo, senza che vi sia un’alterazione o una compromissione dell’oggetto dell’accertamento stesso.

In altre parole, gli accertamenti tecnici ripetibili riguardano attività che, per la loro natura, non incidono in maniera irreversibile sulla prova. Ad esempio, nel caso di rilievi fotografici, misurazioni o analisi di dati informatici, l’accertamento può essere ripetuto successivamente senza modificare l’oggetto dell’indagine. Questo significa che, anche se l’operazione tecnica viene eseguita in un momento successivo, i risultati ottenuti saranno comparabili e verificabili con quelli originari, garantendo così la possibilità di un controllo e di una verifica da parte delle altre parti del processo.

Art.360 CPP – Accertamento tecnico irripetibile

Nel panorama degli accertamenti tecnici previsti dal codice di procedura penale, l’articolo 360 introduce una categoria particolare: quella degli accertamenti tecnici non ripetibili. Questi si distinguono per la loro natura irripetibile, ovvero per operazioni che, una volta effettuate, alterano lo stato delle cose o dei dati in modo tale che non possano essere ripristinati o ricreati nelle medesime condizioni iniziali. Un esempio emblematico di questo tipo di accertamenti riguarda la consulenza informatica forense, come chiarito su luca-mercatanti.com, particolarmente delicata data la natura volatile e facilmente alterabile dei dati digitali.

La consulenza informatica forense si applica in contesti in cui i dati elettronici devono essere esaminati e analizzati per scoprire tracce di attività illecite o per raccogliere prove in un procedimento penale. Data la natura stessa dei supporti informatici, operazioni come l’esaminazione di un hard disk o di un dispositivo mobile possono comportare la modifica o la cancellazione definitiva dei dati durante il loro accesso o l’analisi. Questo rende tali accertamenti irripetibili, poiché non è possibile garantire che i dati originali rimangano inalterati dopo la loro prima analisi forense.

La necessità di operare attraverso consulenza informatica forense in maniera cauta e meticolosa è essenziale. Gli esperti in questo campo utilizzano metodi e tecnologie avanzate per minimizzare l’impatto delle loro indagini sui dati originali, ma il rischio di alterazioni, anche minime, rimane. Ciò sottolinea l’importanza di seguire protocolli rigorosi e di utilizzare strumenti certificati e aggiornati, che sono cruciali per mantenere l’integrità delle prove digitali.

La consulenza informatica forense, inoltre, deve essere condotta da professionisti con competenze specifiche e aggiornate, considerando la rapida evoluzione tecnologica e le nuove sfide che emergono nel campo della sicurezza informatica. La loro esperienza e capacità di interpretare correttamente i dati raccolti sono fondamentali per garantire che le informazioni ottenute siano affidabili e valide dal punto di vista giuridico.

In conclusione, mentre l’articolo 359 del codice di procedura penale si occupa degli accertamenti ripetibili, l’articolo 360 affronta situazioni in cui la consulenza informatica forense e altre analisi simili devono essere effettuate con estrema attenzione, data la loro natura non ripetibile. Questi accertamenti rappresentano una sfida notevole per il sistema giudiziario, che deve bilanciare la necessità di raccogliere prove decisive con la priorità di proteggere l’integrità delle stesse.